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l'aveva posta l’improvviso incontro di Orlandi. avrebbe voluto camminare sola nel buio, nel fresco, nel silenzio.
La sua calma fantasia di fanciulla intravedeva con meraviglia i contorni di un mondo fantastico.
Le case ben note, le vie tante volte percorse, le apparivano sotto un aspetto nuovo; ma, piú ancora degli oggetti materiali, era il mistero della notte che la colpiva; quel gran silenzio freddo, quella purezza dell’aria e del suolo, che si ritemprava nella assenza degli uomini, quasi la natura volesse riprendere fra le tenebre i suoi diritti violati ogni giorno sotto la luce del sole.
Mai ella aveva sentito così vivo l’istinto della libertà.
Senza accorgersene riprincipiò a correre, illudendosi di essere padrona di se stessa, provando, in questo inganno, una delle gioie piú inebbrianti della sua vita.
Ma la voce dell'esattore chiamò in falsetto: Teresina! — e l'incantesimo cadde. Il padre, la madre, la famiglia, il decoro, le consuetudini, tutte le catene della sua esistenza ripresero il loro posto; ella trasalì proprio come se un anello di ferro le avesse serrato i polsi.
Solamente quando fu nella sua camera, prese a considerare con una freddezza, relativa, la proposta di Orlandi. Egli le aveva detto in fondo al