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in fondo al cuore un affetto sincero, misto di riconoscenza e di pietà, per la fanciulla che lo amava con tanta abnegazione.
L’affetto emergeva sopratutto nei giorni dello sconforto, quando dopo aver cercato inutilmente una ebbrezza nuova o una amicizia disinteressata, dopo le sconfitte dell'ingegno e la nausea dei sensi, egli trovava, rincasando, le lettere della povera dimenticata.
Fu in uno di questi momenti, che Egidio rispose a Teresina, narrandole i suoi sconforti, le sue lotte, chiamandola sorella e amica sua.
“Ho capito,” pensò la pretora, vedendo il volto raggiante della sua amica “egli ha rimesso dell’olio nella lampada”.
Ma un avvenimento inaspettato si impose all'attenzione di tutta la famiglia. Luminelli maggiore chiese la mano dell'altra gemella, e, come cosa già intesa, ella acconsentì allegramente. I due matrimoni si dovevano fare nello stesso giorno.
— Vedi? — così la pretora a Teresina — tua sorella ha otto anni meno di te, eppure si adatta a sposarlo.
Teresina si strinse nelle spalle. Le gemelle per lei erano sempre state un enigma; ma davanti a quelle nozze senza amore, provò una vera repulsione. Quale infame ingiustizia pesa dunque ancora sulla nostra società, che si chiama incivilita, se una fanciulla deve scegliere tra il ridicolo della verginità e la vergogna del matrimonio di convenienza?