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Pagina:Neera - Un nido, Milano, Galli, 1889.djvu/125

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Sulle rive della Sonna. 117

di una simpatia corrisposta; molte volte un’ansietà a stento frenata trapelava dai suoi occhi espressivi.

Quella sera, ritornando alla sua casetta per i sentieri battuti dalla luna, Giovanni era molto pensieroso.

Gli alberi che stormivano sui suo capo, la Sonna mormorante che si svolgeva in spire d’argento sul velluto verde della valle, non avevano il potere di distrarlo.

Mesto e raccolto, varcò la cinta di oleandri senza fermarsi, come soleva, a fiutare il profumo dei fiori, senza ascoltare le voci misteriose che dai petali color di rosa susurravano: Editta! Editta!; nè volse la testa in su a salutare i suoi colombi, e non udì, tra le foglie del noce, l’usignolo che cantava d’amore.

Si chiuse nella sua camera, e il buon contadino che prima di coricarsi faceva la ronda lo vide, seduto al tavolino, colla fronte tra le mani.