Pagina:Neera - Un nido, Milano, Galli, 1889.djvu/16

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8 Parte prima.


(giacchè leggere non era il suo forte), conosceva pur tuttavia la storia di quella malvagia femmina alla quale i farisei gridavano: Lapidiamola, lapidiamola! e che Gesù, misericordiosamente benigno, salvò con queste parole: Va, e non peccar più!

Ma la Rosa invece tornò a peccare, ecco la differenza.

Era una donnona grande e corpacciuta, con un portamento triviale e un'andatura sguaiata. La sua fisonomia, molto regolare e conservata fresca in mezzo ai lardelli, presentava nell’espressione un complesso di malignità, di ignoranza, di istinti volgari, cui poco curavano i suoi ammiratori, paghi di vederle il naso piantato diritto sulla faccia e certi occhi da civetta rilucenti e tondi che parevano sentinelle pronte sempre a presentare le armi.

Un brutto sorriso – sorriso tetro benchè aperto su due file di bianchi denti, sorriso che non riuniva gli angoli della bocca in quella pozzetta amabile e bonaria che piace tanto vedere nelle persone amate – aveva eletto domicilio stabile fra le sue due guance rubizze, e nessun pensiero ne lo cacciava mai.

Come moglie apparteneva alla categoria di