Pagina:Neera - Un nido, Milano, Galli, 1889.djvu/38

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30 Parte prima.


delle lagrime invisibili? O perchè non andava lei colle sue belle frasi di poetessa a pagare tutti i mesi il conto del fornaio? Sapeva soltanto come si fa a regolare una famiglia, lei, di null’altro occupata che a sospirar marito? Marito! – ah! ah! che bella sposina!

Divagando così di palo in frasca, allontanandosi affatto dal soggetto, ma sempre nel massimo trasporto della collera, la Rosa variava piacevolmente il divertimento del vecchio cattivo che ghignava:

— Donne, donne, donne!

— E i cavalli, zio Carlo? E gli orologi? — disse una voce gutturale e avvinazzata, mentre un giovanotto aprendo l’uscio col piede presentavasi sulla soglia.

La Rosa gli corse incontro gesticolando.

— Come, come bella zia? Cos’è questo? La collera altera i tuoi lineamenti delicati, e la treccia dei tuoi ammirabili capelli neri ti ondeggia sulle spalle come un pennacchio da cavalleggiero. Chi fu il barbaro che ti pose in questo stato? Lo so, lo so; non parliamone altro, bella zia; qua la mano.

Zif-tac. Con un movimento rapido e grazioso sputò leggermente sulle palme aperte, le fregò e