Pagina:Neera - Un romanzo, Brigola, Milano, 1877.djvu/123

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si avanzava timida, vergognosa, castamente schietta nel suo pudico rossore — si compiaceva del suo imbarazzo e decise di prolungarlo.

— Qua, bella ragazza, versami da bere!

Egli teneva fissi su lei i grandi occhi magnetici — ella versò il vino fuori del bicchiere.

— Che diavolo! non hai il polso fermo. Siediti, ti rimetterai bevi con me.

— Io non bevo, signore.

Per mettere fuori queste parole, aveva dovuto fare un gran sforzo; si sentiva venir meno, e non capiva perchè.

— Come ti chiami?

— Maria.

— Ma...! tutte le donne portano dunque questo nome? — mormorò Olimpio corrugando la fronte. — Non mi piace. Ti chiamerò Marietta; è più grazioso.

— Come vuole il signore.

— E quanti anni hai, bella Marietta.

— Diciotto a Pasqua di rose.

— Sei molto giovane.

Marietta abbassò il capo.

— E sei molto bella!

Questo complimento, Olimpio, lo bisbigliò quasi nell’orecchio della fanciulla — tanto vicino, che l’e-