Pagina:Neera - Un romanzo, Brigola, Milano, 1877.djvu/155

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— E cosa dice la signora di questa tua furibonda passione? È disposta a sacrificarti anch’essa, non dico un trono, ma un posto sul suo canapè?

Nell’altalena che sempre dirige gli umani affetti, accadeva qualche volta al povero innamorato di trovarsi a terra colle sue illusioni. Ella, superba e capricciosa, godeva tratto tratto umiliarlo perchè allora il suo amor proprio si ridestava, adiravasi, faceva rimproveri, giurava dimenticarla — e poi smaniava rabbioso nel suo letto bagnato di lagrime — e poi inventava castighi, sognava vendette, sentiva una voglia irrefrenabile di insultarla, di ucciderla — e poi tornava umile e vile implorando la pietà d’uno sguardo!

Così trascorrevano i suoi giorni fra il cielo e l’inferno.

Olimpio si trovava da oltre un mese in città; riannodate le antiche abitudini, abbracciati i vecchi compagni non si curò più di tornare al podere e non scrisse nemmeno a Giulia.

Libero, giovane, spensierato fu subito accolto in tutte le società — e non occorre metter pegno che egli sceglieva le peggiori.

Per far fronte alle spese che derivavano necessariamente da questo genere di vita egli approfittò dapprima della somma destinata al pagamento del podere; poi strinse conoscenza con certi galantuomini che gli pre-