Pagina:Neera - Un romanzo, Brigola, Milano, 1877.djvu/162

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penosa esistenza. Superiore ad ogni altro la dominava il pensiero della pigione e il dubbio che Olimpio non avesse mantenuto la sua parola.

Ogni suono di campanello la faceva trasalire, ogni rumore insolito la metteva in sospetto.

Gettò un grido nel vedere la serva che entrava con una lettera — la prese tremante — consultò il suggello e la soprascritta, ma l’uno e l’altra le riuscivano al tutto nuovi.

La lettera vergata in calligrafia maschile, senza firma, diceva così:

«Signora,

Una persona che morirebbe volontieri per lei e vive solo nella speranza di poterle essere utile, l’avverte che domani le verrà presentato l’ordine definitivo di sequestro — non lo accetti — basandosi su una mancanza di formalità che consiste nell’ommissione del nome di battesimo del di lei marito.

«Questo incidente, piccolissimo com’è, basta a sospendere per qualche giorno il sequestro e frattanto ella ne approfitti come crederà meglio.

«Perdoni l’anonimo di questa lettera. L’onestà dello scopo la renda indulgente sulla volgarità del mezzo.»

C’era di che strabiliare.