Pagina:Neera - Un romanzo, Brigola, Milano, 1877.djvu/255

Da Wikisource.

— 253 —

Come avrebbe potato resistere il cuore di Giulia preparato dalla sventura a una doppia dose di sentimento, a un maggior bisogno di tenerezza?

Ella non rispose alle calde parole di Pompeo, ma il suo silenzio era eloquente e sotto il leggiero tessuto della sua veste di lutto si vedeva palpitare il cuore.

— Avete finito? — domandò improvvisamente la voce giuliva della signora Chiara, mentre la sua testa impaziente faceva capolino dall’uscio.

— Vieni, vieni! esclamò Pompeo con uno slancio che fece retrocedere sua sorella sbigottita. Sarai contenta di me, ora. Guardami, che faccia mi trovi?

— Una faccia da spiritato, se vuoi saperlo.

— No, Chiara. Io sono felice, guardami meglio e guarda la signora.... Giulia.

La buona donna ebbe come un barlume della verità e non le restò più alcun dubbio vedendo Giulia che si alzava dal seggiolone tutta tremante e abbracciandola le susurrava all’orecchio:

— Mia sorella!

— Lode a Dio — è dunque questo il segreto, Pompeo? E saranno finiti gli svenimenti, le malinconie, i cattivi sogni....

Stava per dire, i fazzoletti nascosti, ma si fermò a tempo riflettendo ch’ella non doveva conoscere questo dettaglio.