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— I giornali! i giornali! Le notizie ch’essi danno o sono vecchie, e per conseguenza prive d’interesse, o sono nuove — ed allora è perchè le hanno inventate.
— Cosa fate lì voi due?
Chi intervenne a questo modo fu Giulia che non voleva perdere nulla di quella festa di famiglia.
— .... Scommetto parlate di politica.
— Approssimativamente, rispose il signor Prospero.
Olimpio lasciò il suo interlocutore e riprese posto a tavola.
Anche quel giorno finì.
Giulia, spogliandosi alla sera del suo bell’abito azzurro, e staccando il ricco monile di perle che Olimpio le aveva allacciato al collo, mormorò giuliva: «Sono proprio felice!»
Quante volte, nella vita, si pronunciano queste parole — e quante volte ci chiamiamo i più sfortunati dei mortali! L’esistenza è troppo breve per poter darci lunghe gioje e lunghi dolori, come nelle corde alternate di un’arpa la tristezza sta a fianco delle letizia e vibrano or lente or concitate seguendo i palpiti del cuore; ora trasportandoci a liriche altezze dalle quali ci sembra non dover scendere mai; ora piombandoci al suolo, annichiliti e vili.
I giorni che seguirono furono mesti per Giulia. Olimpio s’era rannuvolato. Col pretesto di rinnovare la ser-