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ducente per Giulia, ma non mosse lagno; da un certo lato anzi si rallegrò pensando che suo marito non avrebbe avuto colà molte distrazioni, e... chi sa, forse stava per incominciare la sua luna di miele — una luna abbastanza in ritardo! — eppure Giulia se ne sarebbe accontentata.
Quanto a Olimpio non sembrava preoccuparsi gran fatto della solitudine e del lavoro che lo aspettavano.
Ho già detto che la sua natura fisica aveva pochissime esigenze; la libertà era il solo bisogno vero che egli provasse — la libertà di attraversare il bastione in un elegante tilbury, o di lanciare a corsa sfrenata un cavallo indomito sulle pianure deserte, per lui tornava lo stesso.
Si fecero dunque, lentamente, i preparativi della partenza.
L’affitto non incominciava che col S. Martino, e vi stavano di mezzo cinque mesi buoni.
Furono chiamati i creditori, ai quali si promise l'ottantacinque per cento; venduti alcuni oggetti di lusso superfluo — e Giulia vi unì sospirando il suo astuccio t da sposa — si pagarono i debiti più stringenti.
Olimpio era calmo e sorridente; Giulia rassegnata.
Fra i due sposi non ebbe luogo nessuna spiegazione, nessun diverbio.
Ella era troppo giovinetta e troppo nuova alla vita,