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Una giovinezza del secolo XIX 143


aspetto anche mio padre era aristocratico e lo attestano i suoi modi educativi. Avendo io una volta negato, era la verità, di avere commesso non so più che fallo, stavo per dargliene la prova quando egli mi arrestò di botto dicendomi: "La tua parola mi basta, non aggiungere altro". Ah! che largo respiro! Perchè non ho avuto allora il coraggio di gettargli le braccia al collo? Che delicatezza di tocco! Quale profondo intuito delle anime!


Un ritratto a olio di mio padre, che nel nostro salotto faceva di riscontro a quello della mamma dipinto da Moriggia, lo rappresenta nel costume da atelier dei giovani allievi delle scuole artistiche romane: blusa sciolta, largo risvolto della camicia, berretto di velluto nero detto alla Raffaella. Sotto l’ombra che tale berretto getta sulla fronte, gli occhi di mio padre appaiono bellissimi, pieni di fuoco e di pensiero e bello il volto improntato a grande nobiltà. Gli ultimi dolori della sua vita però avevano spento il fuoco delle pupille; egli è rimasto nella mia memoria come il superstite di se stesso, malinconico, abbattuto, vinto. Il silenzio, velo pudico della sua tristezza, doveva certo popolarsi per lui delle tante imma-