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Una giovinezza del secolo XIX 195


così dolce, così sorridente, e allora più che mai, portando nel cuore la gioia del suo fidanzamento con un nobile piemontese, ufficiale nell’esercito liberatore. Oasi di pace Caprino, che lasciò nella mia mente un ricordo indelebile! Fu a Caprino che vidi per la prima volta le montagne, e fu là che incontrai la più cara, la più fedele delle amiche. Io vi godevo inoltre un poco di quella libertà, che fu in ogni tempo uno de’ miei bisogni più ardenti, così male soddisfatto in casa mia, dove non ero libera neppure alla notte. In fondo alla vallicella che sottostà al paese, scorre un torrente detto la Sonna, nelle cui acque la servetta della nonna andava a sciacquare i panni. Quando ella infilava il braccio nel paniere della biancheria e la zia Carolina mi diceva: — Vuoi andare anche tu? — esultavo. Si capisce che insieme a quella ragazza era come se fossi sola. Correvo, cantavo (falso), recitavo versi, coglievo erbette sconosciute; una fronda, un sasso, un movimento delle acque, il salto di una cavalletta, l’iridescenza di una farfalla, l’andare religioso delle formiche in fila, silenziose monachine brune, mi riempivano di sensazioni nuove. Non ero mai stata come allora in diretto contatto colla natura; ad ogni passo facevo qualche scoperta; e la gioia di sentirmi libera in