Pagina:Neera - Una giovinezza del secolo XIX.djvu/231

Da Wikisource.

Una giovinezza del secolo XIX 205


all’amore invece pensavo sempre, senza struggimento e senz’ansia, vestendo qua e là coi colori della mia immaginazione qualche fantasma stentatello, che non valeva più dello zufolo di Franklin pagato per argento e che era di stagno. Ma chi non ha nei propri ricordi uno zufolo di stagno creduto argento?

Dei classici trovati nella libreria di mio padre non ne lessi neppure uno; li giudicavo noiosi e freddi. Data la mia ignoranza la questione della forma non esisteva per me. Era, per disgrazia, anche il tempo in cui gli autori dei libri più in voga non si mostravano reverenti alla purezza della lingua; mi mancavano gli esempi nella vita come mi era mancato l’ammaestramento nella scuola. Molto tardi e per opera di alcuni pochi critici, che non finirò mai di ringraziare, incominciai a preoccuparmi della forma. Non studiai ancora, perchè la sola parola studio mi accapponava la pelle, ma mi guardai intorno, osservai, cercando di formarmi un gusto più fine, più esigente; compresi a poco a poco quanto l’aggiustatezza del periodo e la scelta delle parole aggiungano forza all’idea e sono arrivata al punto di prendere un vero diletto a vagliare i vocaboli e sentirmi quasi felice quando ne scopro uno nuovo. Che se talvolta l’antica pi-