Pagina:Neera - Una giovinezza del secolo XIX.djvu/249

Da Wikisource.

Una giovinezza del secolo XIX 223


ritto di natura e, a ritrovarla in quella via deserta della Roma moderna tanto mutata d’animo e d’aspetto, mi si strinse il cuore. Lesse Ella forse il rispettoso compianto nel breve inchino della sconosciuta, poi che con tanta grazia rispose; e se mai questa pagina dovesse per singolare fortuna cadere sotto gli occhi della Augusta Donna, voglia Ella accogliere con pari grazia l’omaggio di una suddita, che non brigò mai l’onore di esserle presentata, ma che ammirò sempre in Margherita di Savoia l’ideale realizzato della prima regina d’Italia.

Tra le molte esperienze che mancarono alla mia giovinezza, devo tener conto anche delle malattie. Io non avevo ancor visto un ammalato, quando mio padre si lagnò di un malessere per il quale fu chiamato il medico. Bassotto, tarchiato, rosso in viso, cogli occhi che sprizzavano salute, questo giudizioso seguace di Esculapio (che seppe vivere quasi novant’anni) formava un contrasto perfetto col mio povero padre, sempre triste e malinconico, alto, sottile e pallido come un cero. Il dottore tuttavia non tenne conto di questi sintomi e non ordinò medicine. Disse appena: "Su, su, non si lasci abbattere, non è il caso, lei è sanissimo, stia allegro, mangi dei buoni risotti e non