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Una giovinezza del secolo XIX 53

prova la diffusione di un uso al quale non sfuggirono fino all’ultimo le più alte classi sociali. Beniamino Franklin trionfava nella capitale della Francia e le sue idee utilitarie formavano il soggetto di tutte le conversazioni; la contessa di Polignac, grande amica della disgraziata Maria Antonietta, se ne mostrava entusiasta al punto che Luigi XVI°, le roi débonaire, per prenderla in giro le mandò un magnifico vaso da notte, espressamente ordinato alle officine di Sèvres, con suvvi impresso il ritratto dell’uomo alla moda e il motto: art e utilité.


In quella casa bizzarra, tra la zia Claudia sempre in moto e lo zio Germanico taciturno, io m’aggiravo in piena libertà. Trascorsi i primi anni dell’infanzia mi disinteressai dei giuochi rumorosi dei miei compagni. Preferivo sedermi sopra un rialzo della loggetta, che fiancheggiava il giardino e, pur non sdegnando i bei grappoli d’uva pendenti sul mio capo con certi chicchi lunghi come bozzoli, mi sorprendevo ad errare collo sguardo sulle aiuole scompigliate dal gatto, così senza un pensiero fisso, ma col germogliare di tante sensazioni sposate alla bellezza dei fiori che incominciavo a conoscere per nome; la diversa colorazione dei