Pagina:Neera - Una passione, Milano, Treves, 1910.djvu/153

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se stesso. Ma era anche singolare che Remo glielo avesse domandato, per cui la sua risposta affermativa si perdeva in uno di quegli impulsi irragionevoli ed irragionati che sfuggono all’analisi. Non si pentiva nemmeno dello scatto spontaneo, conoscendo il candore di Remo e l’uso prudentissimo ch’egli avrebbe fatto della confidenza; ma, a guisa di suggello levato che apre l’adito al liquore nascosto, quella dichiarazione recisa fatta ad un altro non gli permetteva più di conservare l’inganno verso se stesso. La benda era caduta, vedeva chiaro oramai nel suo cuore.

Nato in circostanze eccezionali il suo sentimento per una donna sconosciuta, che forse non avrebbe neanche mai tentato di avvicinare, restò per i primi tempi nel limbo dei sogni, aiutato dalla lontananza e dall’indole sua poco intraprendente che ne faceva un contemplativo più che un uomo di azione. Quel soave profumo di donna giunto fino a lui in una busta immacolata, quel mistero fantasioso di due anime comunicanti senza il tramite del corpo, gli riusciva nuovo e simpatico. La sua vagabonda immaginazione di artista, imprigionata ancora tra veli, spaziava in questo mondo della chimera che riconosceva per un segreto intuito e di cui cercava, nell’ombra, i verdeggianti sentieri.

Quando però la splendida creatura gli era ap-