Pagina:Neera - Una passione, Milano, Treves, 1910.djvu/16

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amica al quale non vorrei mancare. Mi picco di essere fedele.

Qualche cosa di caldo nell’accento del giornalista fece comprendere allo straniero che la donna era giovine e bella. Egli lo sapeva diviso dalla moglie; ma nei loro rapporti affatto intellettuali non si era mai trovato il posto per una confidenza intima. Lo straniero, non sapendo precisamente in quali acque navigava, non rispose nulla; ma appunto questo imbarazzo prolungato per alcuni istanti nella quiete misteriosa della via deserta, già presso alla barriera, con quell’interlocutore discreto che veniva a Milano per la prima volta, forse l’unica, e che ad ogni modo ripartiva all’indomani, rese loquace l’uomo che per diffidenza professionale votavasi abitualmente a nascondere i propri sentimenti. Senza aspettare la replica, senza parlare direttamente nè a sè stesso, nè al compagno, nè ai fantasmi della notte, mosso da un subito bisogno di espansione esclamò:

— Che donna!

E lo straniero fu peggio di prima imbarazzato. Volendo ad ogni modo dire qualche cosa arrischiò una osservazione generale sulle donne che sanno amare.

— Sì, queste donne sono preziose — interruppe il giornalista — ma sono più rare quelle che si fanno amare. Non è un paradosso, vi assicuro.