Pagina:Neera - Una passione, Milano, Treves, 1910.djvu/199

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poichè Mansa si era allontanata, lasciandoli soli, essi compirono quel loro primo pasto con tutta la solennità di un rito, tenendosi per la mano, mordendo nello stesso frutto e accostandosi al medesimo bicchiere, non senza scambiare qualche volta le labbra per la coppa.

— Dimmi che mi ami.

— Ti amo.

— Dillo ancora.

— Ti amo.

Alla affermazione recisa, accompagnata da uno sguardo del quale conosceva oramai tutta l’ebbrezza, Ippolito si chetava; ma per poco. Era dentro di lui un vulcano tumultuante, un appassionato bisogno di baci e di amplessi.

Dopo che Mansa ebbe loro servito un eccellente caffè entro certe tazzettine trasparenti come l’ambra, i due amanti uscirono in giardino seguiti dallo sguardo senza malizia della buona donna, la quale sembrava felice di vedere finalmente qualcuno nella vecchia casa abbandonata e con la inconsapevole filosofia del suo temperamento ottimista non chiedeva di più all’attimo che passa. Ella aveva inoltre il dono prezioso e raro dell’ammirazione per tutto ciò che è bello, sia pure nell’ordine fisico o nell’ordine morale. Il solo aspetto di quelle due creature belle la rallegrava.

— Mi pare che se la intendano molto questi