Pagina:Neera - Una passione, Milano, Treves, 1910.djvu/209

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specie di timore sacro. Suggellava ella forse su quella fronte l’impronta del genio?

Il bisogno di fondersi, di immedesimarsi, di formare una persona sola diveniva sempre più imperioso. La scoperta di alcune piccole affinità nei gusti e nelle opinioni ribadiva il loro anelito di unione perfetta. Perchè non sarebbero giunti a pensare insieme, a soffrire insieme anche materialmente? Già Lilia si era punta nel boschetto delle rose ed essi acquistarono la certezza che la ferita venisse dalla stessa spina che aveva punto Ippolito. E poichè una notte sognarono entrambi lo stesso sogno, e una volta stando a guardare il lago che si oscurava per prossima tempesta trasalirono nello stesso momento come se una mano invisibile li avesse toccati, e sovente ancora davanti a certe impressioni della natura o del loro amore lo stesso motivo musicale sorgeva dalle loro labbra, tutto li induceva alla suprema illusione dell’unità che è l’anelito più alto cui possano giungere gli amanti.

Avevano esplorato tutto il giardino conquistando i posti migliori secondo l’ora della giornata. Consacrando ai meriggi soleggiati il fitto bosco delle rose raggiungevano l’antico terrazzo, quando il sole stava per coricarsi dietro le montagne, ed era come se uscissero da una alcova voluttuosa per muovere incontro alla purità di sensazioni più complesse e più varie.