Pagina:Neera - Una passione, Milano, Treves, 1910.djvu/21

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— Tullia d’Aragona — mormorò lo straniero.

— Forse, ma non si impanca come Tullia a fare la letterata. Convenite che il vantaggio è grande. Ella ha preso per motto un verso di un’altra donna emula di Tullia, la Veronica Franco: Se bene o male io stessa mi contento. Un senso innato di fierezza e di onestà a suo modo la guida dignitosamente fuori della legge comune. Da suo padre ha ereditato l’ingegno scintillante, ebbe una educazione signorile ed ha anche della bontà, quando occorre, senza esserne mai schiava. Non è lei, per esempio, che si lascerebbe derubare od ingannare dai suoi domestici, ed ha domestici affezionati che la servono da anni. Quanto alle relazioni non riceve donne. Quelle della sua nascita e della sua cultura non le perdonerebbero gli errori suoi e de’ suoi genitori: delle altre non saprebbe che farne. Per gli uomini pure ha un certo criterio di selezione che rende i suoi ricevimenti ambitissimi. «Nè libertini nè sciocchi» ha scritto di suo pugno sulla prima pagina dell’albo dove raccoglie le firme de’ suoi ammiratori. Capirete, si sta all’erta così e si riesce ad essere un po’ meno imbecilli!

— Badate a non perdere la testa.

— Se anche la perdessi ella è donna da ritrovarmela e rimetterla a posto.