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Pagina:Neera - Vecchie catene, Milano, Brigola, 1878.djvu/155

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Cristina — poichè era lei — arrossì sotto lo sguardo penetrante del marchese, e la stretta di mano che gli diede nascondeva un improvviso turbamento. Gili ripetè in cuor suo:

Oscar lo sa...

ma troppo galante per lasciare una signora nell’imbarazzo, incominciò subito a discorrere della giornata, del cielo, del lago, della fortuna di incontrarla — chiese appena di Diana e di Luigi — fu gentile, leggiero, gaio, cavaliere inappuntabile.

Cristina apprezzò tutti i vantaggi di quell’incontro, e accolse con piacere la compagnia di Gili per la traversata.

— Vi fermate a Locarno? domandò il marchese.

— Poche ore: conto di andare in Isvizzera.

— In Isvizzera? — sola? — non avete paura dei precipizii?...

La baronessa tornò ad arrossire.

Il bell’Armando osservava che ella aveva molti capelli grigi, ma che l’emozione le stava bene ancora.

— E quand’anche cadessi? mormorò lei.

— Vorrei esservi vicino per aiutare a rialzarvi.

La signora non rispose subito. Piegò un braccio — un braccio di Giunone che usciva abbagliante