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Il giovane, ritto in piedi, a capo chino, immobile.
Nessuno parlava.
— E così? — disse finalmente la baronessa nascondendo male sotto l’orlo fluttuante della gonna il piede che si agitava irrequieto e nervoso.
— Così — mormorò lui — sono quello che voi voleste ch’io fossi.
— Un uomo felice!...
Luigi non volle rilevare l’accento marcatissimo di ironia, e ripetè con calma:
— Un uomo felice.
Nuovo silenzio, interrotto ancora dalla baronessa.
— Vivete già come due colombe, non è vero?... scommetto che è la prima volta che amate!
La procella si avvicinava romoreggiante e minacciosa. Luigi, che non si sentiva disposto a fare da parafulmine, tentò allontanare il nembo e placare gli irati dèi con un olocausto d’amore.
Si inginocchiò, e prendendo la bella mano di Cristina senza però baciarla, disse:
— Io non ho amato che una volta, lo sapete... voi che mi vedete ai vostri piedi innamorato e sommesso.
Nel suo interno pensava che sarebbe stato un po’ difficile l’equilibrio fra l’amore e il dovere; ma forse non era quello che l’urto di una macchina al primo momento che si mette in moto.