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48 Neera


Le sembrò di essere tornata bambina, quando veniva in città a vendere viole, accoccolata così sui canti delle vie.... Era passato tanto tempo! adesso era vecchia e malata, una carcassa da buttare sul letamaio.

Qualche cosa di umido le spuntò sulle palpebre — non una vera lagrima, ma come il desiderio di piangere.

Passò a questo modo le ultime ore della notte, in un crescendo di pace, di annientamento, priva di qualsiasi desiderio. Soltanto verso il mattino fu presa da una voglia ardente di acquavite. Per un istante questo pensiero la dominò violentemente, facendole schioccare la lingua in bocca; poi anch’esso si calmò.

Un gelo benefico le saliva dalle gambe, su su lungo il corpo, addormentandola. Neanche il freddo sentiva più, il freddo molesto della vitalità che lotta; quello era il gelo liberatore, l’invocato!

Un ubbriaco, passando, la urtò col piede. Fu l’ultima sensazione.