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276 Selciato cittadino


snelle nei veli, con profili pallidi
annegati fra dense ombre di piume;
e una scìa di profumi e un lungo fremito
di turbamento dietro al passo ambiguo
lasciaron sull’asfalto e sulla pietra.
Rapidi e chiusi in lor superba maschera
gli ammassatori d’oro, i falchi umani
passarono, celando acute granfie
per ogni bene che si compri ed ogni
perversa ebbrezza della vita breve;
e un odor di rapina e un denso filtro
d’energia bevve da’ lor passi il suolo.
Con saettare di carrozze e fremere
d’automobili e fughe di bicicli
e tumulti di plebe e canti e fischi
d’artieri in corsa e duellar di sguardi
cozzanti a gara, fluttuò la vita,
vibrò rifulse divampò la vita.
Ed il dolor che sè credea più squallido
d’ogni dolore, ad un quadrivio urtò
l’ambascia che in sè chiude ogni altra ambascia,