Salvete, o voi, cui del lavoro infiamma
Il santo orgoglio, e nel lavor morrete,
Voi, del pensier, del maglio e della scure
32Strenui campioni.
A me dinanzi in visïon severa
Passan profili d’operaie smorte,
Passan le navi ruinanti a l’urto
36De la procella;
E bimbi stanchi e incanutite fronti,
E mozzi corpi e sfigurati volti,
E tutta, tutta un’infinita, affranta,
40Lurida plebe.
Sento da lungi un romorìo di voci,
Colpi di zappe, di martelli e d’aste:
Io, fra il tumulto che la terra avviva,
44Libera canto;
Te canto, o sparsa, o laboriosa, o grande
Famiglia umana!... Va, combatti e spera,
Tenta, t’adopra e non posar giammai;
48Breve è la vita.