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L’assoluto | 189 |
uomini che dinanzi alla compagna della loro vita hanno il pudore di questa espressione: quasi che il pronunciarla significasse profanar l’amore.
“Era architetto. Non avrebbe potuto essere che architetto. Costruito per costruire, per nient’altro che costruire. Sempre in progetti, sempre in ardore, sempre in movimento, appassionato per la sua opera al punto da perderne talvolta il sonno.
“Io non ero gelosa del suo lavoro. Andavo a sorprenderlo, con fasci di rose in mano, nello studio fra impiegati curvi su complicatissimi disegni, oppure (e questo assai più mi piaceva) sul posto delle fabbriche in costruzione, dove egli sovrastava a tutti, — tutto osservando con l’acutezza dell’occhio d’aquila, tutto disponendo e ordinando, obbedito in silenzio come un re.
“Fra i cubici scheletri di ferro, l’andare e il venire dei manovali sulle impalcature aeree, e lo stridere delle carrucole e il cauto trasporto dei massi di cemento in braccio alle gru, la bellezza di Elio mi rendeva folle d’orgoglio. Dal lampo diritto degli occhi, dall’imperiosa ossatura del volto, dalla recisa brevità