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la promessa 59


nome, già livida sotto la minaccia dell’ombra: le colline di fronte col vitifero capo ancor nel sole: e fabbriche e fabbriche: all’orizzonte, su tutto, la punta candida del San Bernardino, con la croce di Fra Dolcino nitidamente intagliata nell’azzurro.

Dal Càmpore a Valle Mosso passò fra schiere d’operai che tornavan dal lavoro. Nessuno fra gli anziani lo riconobbe. Fra i giovani, non ravvisò alcuno. Tornava, come aveva giurato a Fresia ed a se stesso, ricchissimo: come allora, più di allora, solo.

Prima a New-York, poi a Chicago, poi nell’interno del Canadà, meccanico, fattorino, segretario, inventore, socio in imprese ambigue, sempre sul punto di naufragare e sempre a galla, fulcro e leva di macchinose combinazioni commerciali, — dotato per gli affari di un miracoloso fiuto d’animale da preda, — egli non aveva mai perduto di vista il suo fine. Cocciuto e duttile nel medesimo tempo, aveva saputo destreggiarsi, ed imporsi. Nè vino, nè lusso, nè donne, nè amici avevan potuto entrare a corrompere l’avida austerità della sua vita. Era stato un puro artista della ricchezza; e si era servito, per conqui-