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:: | Stella mattutina | 145 |
tosi, non esser mai se stessa; ma la tiranna di se stessa, per imporsi alla ragazzaglia...
Si sente irretita. V’è in lei qualcosa che non consente, ribelle ad esser violato. Una cosa è studiare: altra è lavorare per il guadagno.
La fiera specie della sua povertà le è stata fino ad oggi difesa mirabile: ben diversa sarà per lei la povertà di domani.
Dovrà indurirsi contro di sè: si prepara ad averne il coraggio.
Spianteranno la casa, si porteranno via tutto: il letto matrimoniale con le materassa sottili sottili, i due cassettoni corrosi dal tarlo, le sedie spaiate, il paiolo e le pentole che han tanto bisogno di stagnatura, il tavolo di cucina tagliuzzato agli angoli e con un piede zoppo, sul quale ella ha scritto, lottando contro il sonno, tanti e tanti compiti di scuola; e, in strane ore quasi irreali, anche dei versi...
E le cose più care: i ricordi di Giuditta Grisi ai quali s’è aggiunta una cassettina di legno di noce, che la nonna teneva gelosamente nascosta, ed è venuta a loro in eredità: quadra,