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inutili, che la raspan di dentro: cifre, somme, divisioni, frazioni: regole grammaticali: storie di gente morta da secoli. Han forse paura di parlare di quella tal cosa?... Ma alle sue compagne non gliene importa. Esse non pensano come lei; anzi, le sembra che non pensino affatto.

Fra le quattro pareti della classe, seduta in un banco e costretta a piegare il cervello a dritta e a sinistra secondo la volontà dell’insegnante, le par di trovarsi in prigione. È sicura, sicurissima d’imparare molte più cose, e assai più chiare ed importanti, bighellonando tutta sola sulla soglia della portineria.

Ha trovato un singolar modo di liberarsi, quando le riesce troppo arduo lo sforzo di fissare, immobile, le parole che escon di bocca alla maestra.

Trattiene il fiato, con labbra e denti ermeticamente serrati, per un minuto, per due, finchè la faccia le s’impietrisca in una cadaverica rigidità, e il cuore le batta a precipizio. V’è sempre la buona compagna che se ne avvede, se ne allarma, e ne avverte la maestra; e costei: