Pagina:Negri - Stella mattutina, Mondadori, 1921.djvu/45

Da Wikisource.
:: Stella mattutina 39

nissimo alla cattedra, i suoi occhi intensamente asciutti scorgon troppo bene — parallele alle lagrime riganti le guance — due gocce di sudor nero, d’un nero oleoso di tintura, colare dalla radice dei capelli sulle tempie della perfetta maestra Giovanna Santafè.


Troppo vecchia e stanca diventa la nonna: non le è quasi più possibile alzarsi dalla poltrona. Ed ecco, un giorno, vien lo zio, che è il figlio maggiore della nonna, e tiene una piccola pensione per ragazzi della campagna che vogliono frequentare le scuole in città. Viene con una carrozza, per portar la sua mamma alla propria casa: dove finalmente possa riposare.

T’ee finii, Peppina — mormora la vecchia come fra sè, curva ma linda sotto la cuffietta e lo scialle, uscendo dalla portineria tra il figlio, la figlia e la nipotina. Ha già salutato i padroni e le padroncine, chiedendo som-