Pagina:Negri - Tempeste.djvu/133

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Egli aperse l'azzurro occhio innocente
Ne l'ospedal d'un carcere. — Le mura
D'una casa d'infamia e di sventura
Udiron prime il suo vagir dolente.


Dibattè, dibattè le membra stente
Il bimbo, come avesse onta o paura:
Forse comprese. — E abbrividì l'impura
Beffarda ombra su lui, sinistramente;


Ma a sè lo strinse con gelose braccia
La madre: labbro a labbro, core a core
Stettero, ne la notte algida e muta.


Quando il giorno spuntò, la macra faccia
Di lei, chinata sul dormente amore,
Parve di santa e non d'una perduta.