Pagina:Negri - Tempeste.djvu/141

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Cala qual nembo sul mio cor di vergine
l'ora sacrata de la passïone:
È notte e ne la tenebra
Cova un incanto di perdizïone:
È notte e tu non sai,
Tu che dormi da me così lontano,
Ch' io, bianca in volto e con le mani in croce,
Chiedo il tuo bacio in vano.


Mai più, mai più ne' miei grand'occhi il raggio
Di questa prorompente giovinezza
Sorriderà sì fulgido,
E le mie labbra avran questa dolcezza:
Mai più l'acceso spirto
A te verrà con vïolento grido,
Come augel che trillando ai boschi, ai cieli,
Ebbro si slancia al nido.