Pagina:Negri - Tempeste.djvu/296

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Tutto avea luce, palpiti, sorrisi
Di festa mattinale,
Ogni cosa parea sciogliesse l'ale,
Speme e gioia ridean su tutti i visi,


Quand'io lo scôrsi. — Era possente. — Il volto
Pallido di pensiero
Nobilmente s'ergea con atto fiero
Sul bronzeo collo da ogni fren disciolto:


Collo di tauro, petto di selvaggio,
Guardo e parola ardita:
In quelle vene un rifluir di vita,
Vampe d'amore e vampe di coraggio!...


Sonante il passo, come un vincitore,
s'avanzò, nella luce.
E a me disse il mio cor: Non forse è un duce?...
Non forse, in mezzo a l'infernal clamore


d'un' officina, splendido nel saio,
Egli soggioga i mostri
Ch' ebber dal genio umano artigli e rostri.
Alma di fuoco e muscoli d'acciaio?...