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Pagina:Negri - Tempeste.djvu/83

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Un rigoglio di vita, un soffio, un' onda
Di vigore, una febbre di vittoria,
Come di fiume che abbatta la sponda,
E sul domato piano
Si dilaghi rombando, in una gloria
Torbida d'oceàno!...


....Ora a te vengo, o Fulgida, o Vetusta,
Marra e zappa lasciando a le pendici
Patrie. — Mi vuoi?... son giovane e robusta:
Da l'umide risaie.
Vengo al sordo clamor de gli opifici
E a le case operaie.


Lancio un raggio di sol negli angiporti,
Reco il vivo color de la salute
Ai volti de' tuoi bimbi esili e smorti;
Un profumo di fieno,
Un cinguettìo di rondini sperdute
Nel meriggio sereno.