Pagina:Nepote - Vite degli eccellenti comandanti, Sonzogno, Milano.djvu/42

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X. D10NÉ. Questi perchè conosciuti, sono intromessi. Ma non sì tosto furono entrati nella camera di Dione, che serratene le porte, lo afferrano disteso in letto, lo legano, e si fa strepito tale, che si possa sentire di fuori. In questo fatto potè ciascuno agevolmente conoscere ciò che già più volte gi è detto, quanto mal veduta sia la potenza d’un solo, e quanto misera la vita di coloro, che antepongono Tesser temuti all’esser amati. Imperciocché le stesse sue guardie, se fossero state ben intenzionate per lui, rotte le porte, avrebbero potuto salvarlo, giacché i congiurati senza arme, chiedendo un ferro da quei di fuori, lo te- nean così vivo. Al quale niuno essendo che porgesse soccorso, un certo Licone siracusano gettò la spada dentro per le finestre, colla quale Dione fu trucidato. X. Eseguita l’uccisione, essendo il popolo entrato, per vedere, alcuni non conosciuti furono per colpevoli tagliati a pezzi. Imperciocché sparsa subito la voce, che Dione era stato assassinato, erano accorsi molti, a’ quali tal misfatto dispiaceva. I quali da falso sospetto condotti, uccisero gli innocenti per gli scellerati. Come la costui morte fu pubblicata, si vide il sentimento del volgo mirabilmente cambiato. Imperciocché que'medesimi, che finch’era vivo l’erano andato chiamando tiranno, morto il predicarono liberator della patria, e discacciator del tiranno. Così iH un istante era succeduta la pietà all’odio, che avrebbero desiderato, quando fosse stato possibile, di riscuoterlo dall’Acheronte a costo del loro sangue. Per tanto sepolto in città nel luogo più frequentato, per pubblico decreto fu onorato di monumento sepolcrale. Morì d’anni cinquantacinque circa, quattr’anni dopo che era dal Peloponneso ritornato in Sicilia. XI. IFICRATE. I. Ifìcrale Illustre per la disciplina militare. — li. Guerreggia coi Traci; inette in fuga eli Spartani ; comanda alle truppe forestiere dei Persiani; arresta l’impeto di Epam nonda. — III. Carattere e prerogative di lucrate: il di lui figlio gli fa scherzosamente rimprovero d'aver per moglie una donna barbara. 1. Ificrate, ateniese, non tanto per la grandezza delle imprese fatte, quanto per la militar disciplina, si rendette illustre. Imperciocché fu egli tal capitano, che non solo co’ primi de’ tempi suoi era posto a confronto, ma nep- pur alcuno degli antenati gli veniva anteposto. Egli ni 42