Pagina:Nerucci - Sessanta novelle popolari montalesi.djvu/131

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chi l'accosta; poi c'è una donna che co' capelli tira su la secchia piena d'acqua da un pozzo, e bisogna dargli una fune, e insennonò sventra il cristiano per cavargli le budella e farsene la fune; poi c'è un'altra donna che spazza il forno con le mane, e se nun gli si dà subbito una granata nova lei scaraventa in nel forno chi gli capita dinanzi; poi c'è un cancello di ferro tutt'arrugginito, che sarà più di mill'anni che nun è stato aperto, e quando s'apre stride, sicché bisogna avere un fiasco d'olio e ugnerlo tutto; e passato 'l giardino c'è il palazzo della Fata, e la Fata quando sente il perché della vienuta di chi potette arrivare insin lassù, fa le viste d'ire a pigliar le Melangole, e 'nvece va a arrotarsi i denti per poi mangiare quello sfacciato. Oh! 'gli è quello il vero momento d'aprire la cassetta del tavolino che è lì a terreno, agguantare la scatola con dientro le Melangole e raccomandarsi alle gambe per riattraversare il cancello; perché la Fata dal giardino nun pole sortire. Bada te, moglie, s'egli è ma' possibile la riesca a bon fine una simile 'ntrapresa! L'Orco, doppo aver fatto quel discorso, s'addormentò come un chioppo, e il Principe 'ntanto 'gli aveva scritto tutte quelle notizie sur un foglio per nun se ne scordare; poi nuscì dal niscondiglio e con una bona mancia all'Orchessa lei la gli diede i pani, lo spago e le setole, la fune, la granata nova e il fiasco dell'olio; e il Principe mettiede tutte le robbe in un panieri, si avviò in verso la montagna, e, sali sali, la mattina fu 'n vetta. Lì, che ti vo' vedere? deccoti i cani, che parevano il nabisso; ma il Principe, lesto, tira fora i pani e glieli butta: - Tienete, tienete, poere bestie! Vo' avete fame, eh! Più 'n là c'era il ciabattino, che arrabinato rassettava un par di scarpe rotte; ma nun ne vieniva ma' a capo. Come 'gli aveva da fare insenza lo spago e le setole? Alza gli occhi lui e subbito bocia al Principe: - Vieni, vieni qua, ch'i' t'accechi con questa lesina. Dice il Principe: - Ma i' v'ho porto setole e spago per lavorare. Tienete. Il ciabattino s'abbonì e il Principe via. Doppo pochi passi la donna che tirava su l'acqua co' capelli gli urlò: - Oh! appunto te, ché delle tu' budella mi vo' fare una bella fune. Ma il Principe insenza 'ndugio gli porse la fune, e lei tutta contenta lo lassò passare alla [