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[176] e che te davvero mi lassasti a quell'osteria, con la 'mpromessa di tornare a pigliarmi fra tre giorni al più, nun l'arricordi, mi' sposo? Che dunque la tu' mamma t'ha baciato? In nel sentire questi ragionamenti de'du' piccioni, il poero Principe si sciorinò e si mettiede a ripensare alla su' vita passata, e finì col ricordarsi d'ugni cosa e della Prezzemolina, e che lei e' l'aspettava da tanto tempo in quell'osteria; sicché dunque, salta infurito dal letto, sona tutt'i campanelli e comincia a urlare, che vienghino i servitori e il su' babbo e la su' mamma. A quel buggianchio che lui faceva, coreano a vedere quel che era successo. E Giannino gli arraccontò i discorsi che aveva sentuto da' piccioni 'n sulla finestra, e che loro erano stati quelli che gli aveano fatto arrammentare la su' sposa Prezzemolina dibandonata all'osteria a motivo de' baci della su' mamma e della maladizione dell'Orco. - Presto, - dice, - si vadia con le carrozze a cercare la Prezzemolina. Insenza indugio attaccorno i cavalli, e tutta la Corte andette a pigliare la Prezzemolina e la portorno 'n trionfo al palazzo, addove si feciano le nozze con gran feste, giostre e desinari, e con invito a tutte le persone del Regno. E accosì finirno le pene della Prezzemolina, e lei stiede allegra e contenta col su' sposo insino a che campò.