Pagina:Nerucci - Sessanta novelle popolari montalesi.djvu/214

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197] su' sposa sola in nel palazzo; ma lui, prima di partire, l'arraccomandò a tutti e alle sorelle, che gliela tienessino bene custodita e l'ubbidissano ne' su' comandamenti, e che poi gli scrivessano a lui al campo quando lei partoriva. E accosì la Regina, quando fu il su' mese, partorì du' be' bambini con la collana d'oro al collo e una bambina con la su' stella luccichente in sul capo. Figuratevi l'ascherezza delle su' sorelle maligne! Che ti fanno? S'accordano assieme, e di niscosto che nissun se n'avvedde, cavorno dal letto quelle tre creature e ci messano 'nvece du' cani e una cagna, e poi diviato loro scrissano al Re, che la Regina aveva mantienuto la su' 'mprumessa a quel mo', col partorirgli du' cani e una cagna. Quando il Re lesse la lettera cascò giù per le terre istramortito dal gran dolore; ma rivienuto in sé, mandò ordine in Corte, che la Regina fusse in nel mumento presa e murata viva a piè della scala del palazzo con solo la faccia scoperta, e che tutti quelli che passavano per di lì, pena la testa, gli avessino a dare uno stiaffo o sputargli 'n viso; e le sorelle gli eran sempre le prime a fargli quegli spregi e la martirizzavano quella poera donna 'nnocente in tutte le maniere. Ma torniamo alle creature, che le zie avean cavato via dal letto della Regina insenza che lei se n'addassi. Loro mandorno a chiamare una vecchiaccia, di nome Menga, e gli dissano: - Piglia queste tre creature, serrale in una scatola di legno, e buttala 'n mare, ché gli affoghino. E bada di stare zitta, se la tu' pelle ti preme. Poi alla vecchia gli regalorno dimolti quattrini, e lei, ubbidiente al comando, se n'andiede al mare e ci scaraventò la scatola con le creature dientro; la scatola imperò, perché 'gli era di legno, rimanette a galla, e l'acqua, dimenala di qua, dimenala di là, e' la fece approdare a un'isola, in dove steva di casa un Eremita. Quest'Eremita un giorno spasseggiava per la su' isola, e vede a un tratto la scatola in sulla spiaggia; lui corre e l'alza di peso in mano, poi l'apre e resta com'un allocco in nel trovarci serrate quelle tre belle creature vive, ma che cominciorno a piagnere dalla fame che avevano. L'Eremita subbito arritornò alla su' capanna, e siccome tieneva delle capre, lui gli mettiede sotto le tre creature, che puppavano puppavano, e nun ismessano se nun quando furno satolle. [198]