Pagina:Nerucci - Sessanta novelle popolari montalesi.djvu/230

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213] su' padre per la legge barbara bandita su di lei, e si protestò che lei un marito a quel mo' 'gli era 'mpossibile che lo pigliassi: - Come! Una figliola d'un Re, com'i' sono, dev'essere accosì avvilita da darla per moglie a un Magnano? Che, che! Nun sarà mai. E in quel mentre s'arrivolse per iscappare in cammera sua. Il Magnano però nun la lassò andar via; la pigliò per un braccio alla rustica e po' gli disse: - Senta, ragazzina, lei nun parla bene. La vergogna sarebbe che la legge fusse disubbidita. Il Re 'gli ha bandito che la su' figliola la dà a quello che si presenta per il primo e che nun era un ladro. Dunque lei dev'essere la mi' sposa, perch'i' sono il primo a chiederla e nun sono un ladro, e di qui nun me ne vo insenza menarla con meco a casa mia. E perché i fatti stessan d'accordo con le parole, il Magnano si siedette in una poltrona e aspettava le risposte lì accomido in panciolle. Guà! nun ci fu né versi né rimedi, e di' di', finalmente il Re, abbeneché con gran dolore, volse che la su' figliola si chetass'e s'ammannissi per lo sposalizio. E' lamenti e le lacrime nun feciano punto frutto, e i capricci non gli valsano più all'Angiolina; bisognò che lei piegassi 'l capo rassegnata alla su' sorte. Dunque fu fissato che le nozze dovevano concludersi doppo almanco gli otto giorni, e il Magnano 'gli era in questo frammezzo di tempo sempre a desinare dal Re, e la poera ragazza nun si sapea dar pace e piagnea piagnea insenza punto di consolazione: il Magnano però duro, anco che vedessi patire il Re per la pena della su' figliola. Dice l'Angiolina: - E della dota nun se ne parla? Nun l'ho forse da avere la mi' dota? Arrisponde il Magnano: - Io per me son contento di poco; una dota da poeri; dieci scudi per comperare il letto e qualche altro arnese di casa; di più nun mi garba, ch'i' nun vo' la donna superbiosa per la su' dota. Dice l'Angiolina: - Lassate che il Re mi' padre mi dia almanco un po' di corredo da par mio. Delle scarpe di raso, de' vestiti di seta per le feste, le camice di lino, le calze. - Che, che! - scrama il Magnano. - Queste nun èn robbe da artigiani di campagna. In casa mia bastano le scarpe di vacchetta, e i vestiti di lendinella; le camice si portano di stoppa, e le calze sono inutili, perché 'gli usa andar insenza e co' piedi 'gnudi. Figuratevi la [214] disperazione