Pagina:Nerucci - Sessanta novelle popolari montalesi.djvu/366

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la [349] serrò a chiave 'nsenza pensare d'aver fatto punto del male; poi raccontò alla maestra la su' bella azione, e la maestra scramò: - Brava la mi' bambina! - e gongolava dall'allegrezza, ma nun lo deva a divedere. Deccoti che 'l babbo la sera arritorna dal su' lavoro per cenare. Aspetta aspetta, e la su' moglie nun vieniva 'n cucina per cocere la minestra. Dice lui alle su' bambine: - Addov'è la mamma? Che forse è ita fora a pigliare qualcosa per la cena? Arrispose la Rosina: - Che! La mamma stamattina è ita per cercarmi i fichi-secchi al cassone, e 'gli è casca dientro e nun è più nuscita di lì. - Oh! poer'a me! - scrama quell'omo. - 'Gli è successo qualche disgrazia. E via a vedere, e trova la su' moglie morta 'n fondo al cassone e col nodo del collo scavezzato. Figuratevi e' pianti e le disperazioni! Ma nun c'era più rimedio; i morti non rinviviscono. Infrattanto la maestra badava a dire alle bambine: - Oh! che fate insenza la mamma? E' vi ci vole un'altra mamma. Diteglielo al babbo che la pigli per aitarlo nelle faccende di casa. Ma quell'omo arrispondeva sempre alle su' bambine: - Ma che vi pare! Una matrigna! Ma che nun lo sapete che le matrigne èn' tutte cattive? Poer'a voi, le mi' figliole, s'i' avessi un'altra donna! La maestra però nun si sgomentava a ripicchiarla in sul medesimo chiodo: - Diteglielo al babbo, che lui la trascelga una donna bona per aitarlo. Ditegli che ci son anco io, che sare' contenta di farvi da mamma. Sicché quell'omo, stucco da questi discorsi, finalmente un giorno scramò: - Oh! finiamola. I' piglierò la maestra, quando questi stivali ch'i' attacco al palco cascan giù marci 'n sul solaio. Decco la mi' risposta. A que' tempi nelle case i palchi usavan tutti di legno e doppo che ventavan vecchi c'eran de' fessi in ugni parte. La maestra in nel sentire il giuro di quel vedovo, che ti fa? Dice alle bambine: - V'ha detto propio accosì 'l babbo? E vo' andate su' 'n cambera e ugni giorno pisciateci addove penzolano gli stivali; vederete che marciscan presto. Difatto di lì a capo di pochi mesi gli stivali si staccorno dal chiodo e giù per le terre tutti 'mporrati, sicché le bambine corsano a raccontarlo al babbo. Scrama su' padre allora: - Dunque se è destino, [350]