Pagina:Nerucci - Sessanta novelle popolari montalesi.djvu/409

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tutti con le balle del cotone, e, serrato l'uscio della casetta, s'avviò 'n verso la città reale: ma propio 'n sul confino dei bosco deccoti i cinque ladri che vienivan correndo come tanti cavalli scavezzati. Urla il Capo-ladro: - Ferma, vecchio. Addove te ne vai? Perché l'ha te riporto addietro il cotone? Il vecchio fece le viste d'essere innocente; ma però dientro gli sbatteva 'l core e n'avea, con vo' rispetto, al culo quanto una palla di gallonzoli; in ugni mo' arrispose franco: - Che donna vo' ate trovo, genti mia! 'Gli è una grazia quella! Insin che vo' la tienete, i vostri 'nteressi nun posson ire che a bene. Figuratevi! Questo cotone lei nun l'ha volsuto, perché gli parse di scarto, e che le gioie ci stessino male ravvolte. Dunque lei m'ha comandato che domani gliene porti del più meglio e sopraffino. Che donna di garbo, eh! E com'era tutt'acciaccinata a pulire le stanze e a prepararvi un desinare squisito, quand'i' l'ho lassa! Al Capo-ladro però questi be' discorsi del vecchio nun gli garbavano troppo, e s'era 'ncaponito di vedere se tra 'l cotone ci fusse qualche contrabbando; ma il più piccino de' ladri gli disse: - Lassal andare, ché lui è tanto che ci serve e nun è capace di birbonate. Accosì con imprumettersi di rivedersi la mattina al vecchio nun gli parse vero di frustar la bestia e nuscire dal bosco, abbeneché il Capo-ladro per sincerarsi prima della su' mossa bucassi 'n più loghi le balle del cotone con un ferro auzzo. Per fortuna il cotone si trapana male quand'è secco, e que' disgraziati lì niscosti se la cavorno soltanto co' una bella paura di morire infilziati come rospi in nel fondo della cesta. Insomma, come Dio volse, doppo camminato tutto quel giorno, a sera il vecchio arrivò alla città reale, e a male brighe dientro fecian subbito le guardie sbarrar la porta per sospetto di qualche assalto; e poi una grand'allegria, e la Regina poco stiede che nun cascassi morta dal contento in nel rivedere il su' figliolo che credeva gliel'avessino ammazzato i ladri. Lui gli raccontò quel che gli era successo, e che la Caterina doveva esser la su' sposa per il gran coraggio di rinsanichirlo dalle piaghe e liberarlo dalle mane de' ladri; sicché quando la Caterina e il figliolo del Re furno stati per una settimana in cambera a riposarsi dagli strapazzi e dagli spaventi, si bandirno le nozze e con dimolte feste conclusane lo sposalizio. [393]