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delle granate belle, e l'acqua per lavarsi; e dice: - Senti, nonnina! Gli vo' tu guadagnare dieci paoli insenza fatica? - Oh! - gli arrispose la vecchia: - se vo' nun fate per canzonarmi, i' son pronta a ubbidirvi. Ch'i' ho io a fare? Dice il Capo-ladro: - Te pratichi in nella Corte, e la cambera della Regina giovane te l'ha' da cognoscere: dunque, i' bramo soltanto che te metta questa lettera sotto 'l capezzale del letto dal lato addove dorme 'l Re. 'Gli è una burla, nun dubitare, e' nun c'è nulla di male; e se te me lo fai 'l piacere, subbito ti do la mancia. La vecchia nun ci pensò più che tanto; prendette la lettera e all'ora che di consueto lei andeva alla Corte, quando nun la vedeva nissuno, la ficcò sotto 'l capezzale del letto dal lato del Re, e poi finite le su' faccende, corse a pigliare i dieci paoli da Tonino. Tonino dalla contentezza si stropicciava le mane, e già faceva i su' conti in sul ricatto vicino, perché quella lettera 'gli era 'ncantata coll'alloppio, e fatta 'n modo che tienendola 'l Re sotto 'l su' capo, tutti avevan da dormire la grossa in nella Corte, all'infora della Caterina. Sonava la mezzanotte, e a un tratto la Caterina da letto sentiede un minorino - cicì, cicì, - come d'un chiavaccino tirato via dalla bocchetta; ma poi concredette che fusse uno sbaglio tra 'l sonno e si riappisolò. Eh! pur troppo 'gli era stato quel ragazzetto serro dientro la colonna, che pian pianino e in peduli scendé giù e andiede a aprire il portone del palazzo, addove stavano ad aspettarlo Tonino co' su' quattro fratelli. Nentrano tutti, ché nimo se n'accorgete, perché le sentinelle, i servitori e ugni persona dormivano alloppiati dalla lettera 'ncantata. Tonino salì a gambe lo scalone e bucò risoluto in nella cambera reale, e agguantata per un braccio la Caterina, che si riscotette 'mpaurita, gli disse: - Su, levati e nun far chiasso, ché tanto sarebbe 'nutile. Te ha' da vienire con meco; c'è de' conti da saldare. Bisognò bene che la Caterina nusciss'in quel mo' in camicia dal letto e andassi con Tonino, che sempre la tieneva stretta e la tracinava per forza, e insenza parole lui la ubbligò a scendere a pian terreno e la menò in nella cucina. Dice: - Ora 'gli è 'l tempo di pagarmela, sfacciata. Ammannite la caldaia piena d'olio e d'aceto, e lei ce la vo' bollire viva dientro. Il più piccino de' ladri, 'n quel mentre che