Pagina:Nerucci - Sessanta novelle popolari montalesi.djvu/432

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NOVELLA L


Il Mercante di sale (Raccontata dalla ragazza Giuditta Diddi contadina)


C'era una volta un signore di nascita, un bel giovanotto, ma no tanto ricco, e lui andeva a veglia da una Marchese per isposarla, s'intende; e questa Marchese, abbeneché aggraziatina, 'gli era però un po' civetta e dimolto ambiziosa; insomma una ragazza con de' cattivi pensieri, e quando si viense a concludere il matrimonio, lei disse al su' damo che nun lo voleva più, perché al su' paragone nun ci poteva stare; a su' petto nun aveva lui abbastanza quattrini. Quel poero giovanotto rimanette male a essere licenziato a quel mo' com'un cane, e se n'andiede a casa mezzo 'nvecille per lo spregio partito; sicché su' pa', in nel vederlo con quella faccia scura, gli domandò se gli fusse successo qualche disgrazia. Dice il giovanotto: - Pur troppo! La Marchese doppo tante imprumesse e spergiuri m'ha rimando, perch'i' nun so' ricco al su' paragone. Dunque, babbo, i' nun ci vo' più stare 'n questi paesi; i' vo' ire a fare il Mercante di sale. Dapprima il padre si provò a consolarlo il giovanotto, a mettergli 'nnanzi i risti che lui risicava d'incontrare; ma quando lo vedde risoluto nella su' idea, gli comperò un grosso bastimento, gliel'empiette tutto di sale, e con la su' santa benedizione gli permettiede che partissi. Doppo avere navicato dimolti mesi il giovanotto arriva a un paese e lì scende, e va a desinare a un'osteria, in dove c'erano un branco di signori a tavola per su' divertimento; ma a male brighe che il giovanotto principiò a mangiare, s'accorgé che la [416]