Pagina:Nerucci - Sessanta novelle popolari montalesi.djvu/495

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478] un fico nero per uno e lo mangiorno; ma a male brighe ingollo, deccoti che a tatti gli cresce 'l naso lungo per un sesto di braccio. - Oh! oh! il mi' naso, il mi' naso! - principiano a urlare. - E ora che si fa con questo zingone 'n mezzo al grugno? - bociò il mezzano. - E con la fame che ci divora? aggiunse 'l fratello più grande. Dice il più piccino: - S'anderà per ispettacolo a traverso 'l mondo e accosì si guadagna il campamento. Ugni male ha 'l su' rimedio. Infrattanto i' mi leverò la fame di dosso co' fichi bianchi; si vederà quel che succede di peggio. Ma appena mangio un fico bianco, il naso gli ridiviense al su' naturale e parimente a' su' fratelli. Screma: - Oh!! decco trovo 'l modo per gastigare quella birbona di Principessa e d'ubbligarla a rendermi la robba che ci ha porto via per tradimento. Aspettatemi qui voialtri dua, e s'i' rinusco, pol essere! s'arritorna ricchi e si fabbrica 'l palazzo per istarci assieme tutta la vita. E accomidi du' pianeri disseparati di brogiotti neri e di brogiotti bianchi, se gl'infilzia un di qua e un di là nelle braccia e s'avvia 'n verso la città, e lì arrivo e messo 'n custodia a un'osteriuccia da poeri il pianeri de' fichi bianchi, va con quell'altro sotto 'l palazzo del Re a sbergolare con quanta lui n'aveva in gola: - Fichi brogiotti neri! Belli e gli hanno strappa la camicia! Ohé! chi ne vole? Robba fora di stagione e primaticcia! A un simile urlìo s'affacciò la camberiera della Principessa, e vista quella ghiottornia, corse a domandargli se gli garbava comperarla. - Si, sì: - dice lei, - pigliagli tutti. Sicché dunque a una crazia l'uno la camberiera 'gli ebbe il pianieri de' fichi neri, e il venditore allegro e contento andiede a niscondersi all'albergo e sempre 'n sulla 'ntesa del successo. Guà! la Principessa in su' fichi ci s'abbuttò, che pareva un gatto al cento-pelli, e nun s'accorge del naso che gli cresceva a ugni fico 'nsino a che nun fu lungo per un terzo di braccio. - Oh! meschina me! Oh! che disgrazia! che birbonata! - la bociava per le stanze del palazzo e il Re e la Corte corsano a sentire quel che 'gli era intravvienuto, e veddano la Principessa ridotta com'un mostro e disperata a quel mo'. Tutti restorno male. Il Re comandò che subbito cercasseno del venditore de' fichi per ammazzarlo; ma lui nun fu minchione a lassarsi trovare; poi chiamorno i dottori da ugni parte, ma