Pagina:Nerucci - Sessanta novelle popolari montalesi.djvu/50

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33] più Re, se a quella malestrosa di Giovanna nun gliela fo pagar cara. Ma fu tutto inutile che loro cercassino le ragazze per la città, e soltanto al Re gli rinuscì cognoscere per le su' spie addove s'erano niscoste, e però volse andare a scovarle con un travestimento finto. Il Re si mettiede ne' panni d'un pellegrino, e in un panieri infilzato nel braccio ci aveva accomide dodici mela cotte, e poi s'avviò fori della porta, e accosì alla lontana gli vienivan dietro i su' undici compagni di tavola. In sull'abbuiare 'gli arriva alla villa delle dodici ragazze e picchia ammodino all'uscio. A quel rumore scese giù col lume Giovanna per vedere chi fosse, e sentuto che quel pellegrino bramava un po' di ricovero la notte, siccome lei era di bon core, fece nentrare il finto pellegrino e lo menò in cucina, addove lui si siedé al focolare per riscaldarsi. Doppo un po', dice il Re: - Signora, lei sappia ch'i' mi sono smarrito per questi paesi in nel mentre che andevo alla città e ci portavo a vendere le mela cotte a un mi' amico antico. Ormai da qui a domani sarann'ite a male. Se lei le vole, io gliele do volentieri, anco per ricompensa del su' bene. Guà! i' nun ho altro da offerirgli. Son mela francesche e come bone, sa elle. Giovanna 'gli accettò lì per lì la profferta, e volendo che le mela l'assaggiasseno anco le su' compagne, lassato il pellegrino in sul focolare, se n'andiede nel salotto: ma quand'ebbe scoperto il panieri, in nel vedere che le mela erano per l'appunto dodici, gli viense del sospetto, e rifatti i su' passi addietro, lei s'accorse che il pellegrino steva alla finestra di cucina affacciato, e sentiede che discorreva con qualcuno di fori: - Su, lesti; i' scendo a aprire a mala pena le sono a letto addormentate. Giovanna a quelle parole nun fiatò nemmanco: "Che c'è?" ma in un tratto agguanta il pellegrino per le gambe e lo scaraventa di sotto. Fortuna che la finestra 'gli era bassa! Il Re battiede il capo in sull'erba, ma nun morì; soltanto si sviense, e i su' compagni lo portorno via a braccio insino al palazzo e lo messan subito dientro il letto. Innunistante al Re gli prese una grossa malattia, e tutti credevano che tra poco lui avrebbe tiro il calzino; più che altro era male di amore dispregiato, e i medici nun sapevano che mesticciarsi per rinsanichirlo, perché, al solito, loro nun capivano [34]