Pagina:Nerucci - Sessanta novelle popolari montalesi.djvu/72

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55] lui nun gli era vienuto 'n capo quel conforto: il ragazzotto poi si rannicchiò da una parte quanto potiede per non dargli noia a quell'omo, e restò quietò insenza bucicarsi e finse di dormire, stando con del sospetto assai per cagione del compagno. Infrattanto l'omo, ché lui nemmanco dormiva, badava a borbottare, concredendo che il ragazzotto nun lo sentissi: - Che poss'io regalare a questo ragazzotto, che m'ha empiuto di foglie secche il mi' giacitoio, e si tiene accosì da parte per nun darmi 'ncomido, sicché pare che nun ci sia? Il ragazzotto però sentiva bene il ragionamento, ma figurava d'essere appioppato. Alla mattina disse l'omo: - Ha' tu dormito, ragazzo? E lui: - Altro! meglio che nel mi' letto. Ma è giorno. I' devo andarmene a giostroni per il mondo, perché i mia a casa nun mi ci voglian più, e s'i' ci torno il babbo e la mamma gli han promesso d'ammazzarmi. Perdonatemi lo sturbo. Addio. E il ragazzotto s'avviava piagnendo. Dice l'omo: - Aspetta un po', ragazzo. Stanotte i' son resto contento di te, e però ti voglio regalare certe cose, che forse ti potrann'anco essere di dimolto vantaggio nel mondo. Ecco, bada qui. Questo 'gli è un tovagliolino di filo; ugni volta che tu lo spieghi, se tu gli ordini da desinare, ce ne sarà in abbondanza per quanti vo' siete a tavola. Questa 'gli è una scatolina; ugni volta che tu l'apri, dientro ci sarà una muneta d'oro. Questo 'gli è un organino; ugni volta che tu ti metti a sonarlo, e' balleranno a tu' piacimento tutti quelli che lo sentano. Ora va' pur via e non ti dismenticar di me. Il ragazzotto, un po' dubitoso della verità, prese que' regali e poi se n'andiede con Dio. Cammina cammina il ragazzotto viense a una città piena di popolo, addove si preparavano grandi feste e giostre: il Re del paese aveva bandito, che qualunque fusse tanto ricco da mettere in deposito una grossa somma di quattrini, lui e' l'arebbe lassato giocare la su' propria figliola, con promessa di dargliela per su' moglie, assieme al tesoro ammucchiato, se rinunsciva il vincitore. A questa nova disse tra di sé il ragazzotto: - Deccolo il mumento di far la prova della scatolina. Mi vo' anch'io mettere 'nnanzi in fila con gli altri, se la scatolina mi dà i quattrini al bisogno. Detto fatto, principia a aprirla e serrarla, [56]