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NOVELLA VIII


  • Il Mago dalle Sette Teste

(Raccontata dalla ragazza Elena Becherini)


C'era una volta un omo pescatore, che aveva una moglie soda; nun gli faceva punti figlioli, abbeneché maritata da dimolto tempo. Un bel giorno il pescatore con le su' reti se n'andiede a pescare nel lago vicino, e gli rinuscì d'acchiappare un pescio di gran bellezza e grossezza, che a mala pena messo fora dell'acqua principiò frincando a suppricare il pescatore, che lui si contentassi di lassarlo andar via, e in concambio gli prometteva d'insegnargli uno stagno lì in que' dintorni, addove arebbe possuto in un mumento fare una pescagione ricca. Il pescatore, in nel sentir parlare un pescio, s'impaurì a bono, e gli parse un gran miracolo, sicché senza manco pensarci su diede passo libbero all'animale, che subbito sparì dientro l'acqua; ma lui, vienuto allo stagno che gli aveva detto il pescio, in due o tre retate, de' pesci ne chiappò una quantità smensa, e carico più d'un ciuco se n'andette a casa con quella preda insolita. La su' donna volse sapere quel che mai 'gli era accaduto al pescatore, che aveva riporto tatto quel pescio; e lui per filo e per segno gli disse ugni cosa. Scrama la donna a quella nova, e 'mbizzita contro il su' marito: - Che mammalucco! Tu ti sie' lasso scappare un pescio bello a quel mo'! Bada bene di ricercarlo domani, ch'i' lo vo' qui, e ci vo' ammannire un intingolo squisito da cavarmi la fame per un pezzo. Deccoti, il giorno doppo il pescatore ritorna al lago per contentar la su' moglie e butta le reti, e daccapo tira su il [62] pescio