Pagina:NicodemusTessin dy dagbok 1688.djvu/164

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altri doi. Fecè poi per le Sore di S. Ludovico in Bologna il quadro della vergine elevata in gloria d'Angeli, e nella chiesa del Corpus Domini entro la Capella della famiglia Zambeccari, il quadro picciolo del figliuolo prodigo avanti il padre. Fù poi chiamato à Roma dal Cardinal Odoardo Farnese per ornare con pittura la galleria ed alcune camere del celebre palazzo di Roma, al quale presentò il quadro di S. Caterina fatto in Parma. Per la Capella al med:mo Palazzo fecè il quadro della Canalea prostrata avanti Christo etc. Nota l'historia del Laoconte, donde tirò gran studio. Dipinse nel palazzo Farnese la galleria, ed'l Camerino con gli imagini della virrtù, fù aiutato dal suo fratello Agostino, che fecè nella galleria le due tavole di Galathea, ed all'opposito l'aurora col cefalo: vede la bella esplicatione scritta nel Bellori pag: 33 etc. ove anche fà mentione dell'infelicità della Corte de Prencipi, e delle buone arti, quando certi opprimono altrui per avantaggiare se stessi, e nel favore si arrogano il tutto, scacciando la virtù di casa con l'ignoranza e l'ardire. La malvagità della fortuna sempre fà contrasto alla virtù, e si oppone alle belle ed honorate imprese. Poi prese a fare la capella dedicata à S. Diego nella chiesa di S. Giacomo degli spagnuoli, confidato nel suo discepolo Fra. Albano: la tavola in mezzo l'altare con S. Diego è fatta con la sua propria mano. Era ni avaro, ni corteggiano, mà moveva spesso à riso; ad un pittore goffo, che gli mostrò una gran tela,