Pagina:Nicoletti - Discorso commemorativo di Ascanio Ginevri-Blasi, 1897.djvu/7

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bardi aveva recato soccorso, caduta Venezia, scioltosi il glorioso battaglione al quale egli aveva appartenuto, il Ginevri se ne tornò qui nella sua Pergola, dove dai ministri di Pio IX ebbe la nomina di s. tenente della guardia cìvica.

Ma non erano le onorificenze d’un fedifrago che egli desiderava; sibbene l’indipendenza e la libertà della patria: non era a difesa di un governo che reggendosi in nome di Cristo, Cristo stesso offendeva, che egli voleva brandire la spada. E proclamata la romana repubblica, vi aderì non solo, ma se ne fece anche caldissimo fautore, come provano alcuni manifesti di circostanza che venne incaricato di redigere.

Il Saffi lo nominò allora tenente della Guardia Nazionale; e con tale grado egli, dopo essere stato Quartier Mastro di Pergola ed essersi adoperato grandemente per l’arruolamento de’ suoi concittadini nelle truppe repubblicane, nel maggio del 49 partì di qui, per prender parte alla difesa di Roma. Trovando però chiusa ogni via dalla armata francese, volse il passo ad Ancona, verso la quale muovevano i soldati austriaci per assediarla.

Caduta dopo un mese quella patriottica città, entrati i Francesi in Roma, sconfitti anche quei pochi animosi che avevan seguito il